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Il romanzo parla di Fabio, una sorta di Drugo dei giorni nostri: chitarrista sulla soglia dei trenta, intrappolato tra le sue parole di scrittore e un quotidiano troppo corto per coprirsi. Racconta della Bologna a cui è arrampicato, dei bicchieri di troppo, di musica fatta con le dita e sputata dai giradischi. Di due sorelle spagnole, Magda e Oceana Vega, l'una intenta a inciampare nella sua bellezza scura e l'altra attanagliata da un dono incredibile quanto doloroso alle mani: una sorta di ipersensibilità tattile che altera la percezione delle cose. Il tutto legato in una narrazione diretta e breve, fatta di descrizioni ripide e decise su una realtà precaria e osservata da occhi particolari. Una storia a suo modo dolorosa e riflessiva, con riflessi Bukowskiani e un tocco di noir.